PIL Rete turistica Alta Valle del Musone
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- I Comuni aderenti al PIL 5 dal titolo “Rete turistica Alta Valle del Musone” sono sei: Filottrano (capofila), Staffolo, Santa Maria Nuova, Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino.

Il PIL “Rete turistica Alta Valle del Musone”
- I Comuni aderenti al PIL 5 dal titolo “Rete turistica Alta Valle del Musone” sono sei: Filottrano (capofila), Staffolo, Santa Maria Nuova, Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino.
I primi tre fanno parte della provincia di Ancona, mentre gli altri appartengono alla provincia di Macerata. Come è possibile vedere dalla mappa i territori comunali compongono una fascia che, da ovest verso est, condivide parti dell’alveo del fiume Musone. Poggio San Vicino e Apiro insistono sul tratto appenninico del San Vicino che fornisce il suo contributo di acque sorgive al fiume. Il corso del Musone si snoda poi in modo irregolare fino a valle della diga di Castreccioni, per proseguire da San Vittore di Cingoli fino alla sua foce nel mare Adriatico segnando il confine tra i Comuni di Porto Recanati (MC) e Numana (AN) e quindi tra le due province marchigiane.

La delimitazione del territorio risponde ai criteri fondamentali previsti dal bando, alle linee guida contenute nella DGR 217/17 e all’adeguamento della DGR 534/17. I territori comunali, infatti, sono contigui, hanno una dimensione sufficientemente consistente in termini di risorse umane e risorse finanziarie da impiegare efficacemente nel progetto e permettono la progettazione di un’azione unitaria che coinvolge l’intero contesto territoriale.
Dai numeri e dalle statistiche riportati anche nelle tabelle dei dati, i 6 Comuni aderenti al PIL presentano caratteristiche geografiche, sociali ed economiche in parte differenti.
In base alla popolazione residente, è possibile classificare i Comuni in 3 fasce: una fascia più popolosa con Cingoli e Filottrano che gravitano intorno ai 10.000 abitanti, una fascia media con Santa Maria Nuova, Staffolo ed Apiro che comprende dai 2000 ai 4000 abitanti, e Poggio San Vicino che è il paese più piccolo con circa 250 abitanti. Come superficie territoriale, Cingoli da solo è quasi la metà dei 332 km2 dell’aera PIL, Santa Maria Nuova e Poggio San Vicino sono invece i Comuni con meno territorio, rispettivamente il 4% e il 5% del totale dell’area PIL. Dall’incrocio dei dati, si rileva una densità abitativa che vede il Comune di Santa Maria Nuova in testa con 228 abitanti per km2 con Poggio San Vicino che chiude più staccato dagli altri con meno di 19 abitanti per km2.
FILOTTRANO
Filottrano (Capofila) è la città della sartoria, può considerarsi uno dei maggiori poli industriali dell’abbigliamento. Le prime attività nel settore dell’industria tessile risalgono agli anni ’50 quando l’economia locale era ancora legata all’agricoltura. Il “Made in Filottrano” ora è sinonimo di sartoria di alta qualità, con straordinaria attenzione ai dettagli, ben rappresentato dalle numerose aziende che producono sia in proprio che conto terzi per le grandi firme. L’arte sartoriale filottranese rappresenta un punto di riferimento nazionale ed internazionale. Filottrano vanta ben 13 spacci aziendali sartoriali dove poter effettuare acquisti di qualità, soprattutto per capi maschili.
La piazza con il suo elegante loggiato offre una bella vista che abbraccia il Conero, Macerata, Recanti e Loreto. Dal punto di vista storico, le origini di Filottrano risalgono al V-VI millennio a.C. ma le prime fonti certe sulla fondazione di Filottrano sono del 1187 per opera di Papa Gregorio
VIII. Le mura del castello di Filottrano cingono ancora oggi il paese, famoso è il vicolo “Mura Castellane”.
CINGOLI
Cingoli, per la sua posizione panoramica sul territorio marchigiano è soprannominato il “balcone delle Marche”. Dalle sue mura di cinta medievali è infatti possibile la vista di gran parte del territorio marchigiano con la cornice naturale, all’orizzonte, del mar Adriatico e del monte Conero. Fa parte del club dei “Borghi più belli d’Italia”.
Cingoli ha alle spalle la piega appenninica in cui svetta il Monte San Vicino (1479 m). L’intera area è ricca di boschi, rappresentativi di una flora molto varia, che abbraccia quasi l’intera fitodiversità della macchia mediterranea. Nel 1974 sono state istituite due aree protette: la macchia del Monte Nero e quella delle Tassinete. Nel 1987 è stato creato sul fiume Musone l’invaso di Castreccioni, comunemente chiamato Lago di Cingoli.
STAFFOLO
Staffolo sorge a 442 metri di altezza ed il suo panorama spazia in maniera ampia, tanto da essere chiamato “il balcone della Vallesina” è Borgo Bandiera Arancione. Da “i banghitti”, un balcone posto nella sommità del paese, è possibile allargare lo sguardo su 3 vallate, quella Esina, quella del Misa e quella del Musone.
Il nome Staffolo deriva dal greco e significa “grappolo d’uva” con la fondazione del paese che sarebbe legata al mitico Staffìlo, figlio di Arianna e Teseo. Numerosi reperti sono stati rinvenuti a Staffolo di origine Paleolitica, dell’epoca romana e della civiltà umbro-sabellica. Altri reperti risalgono all’epoca repubblicana. Il centro attuale di Staffolo si sviluppò probabilmente in epoca romana. Il Museo dell’arte del vino, fondato con lo scopo di mettere in mostra e collezionare parti e oggetti legati alla coltivazione dell’uva e alla produzione del vino, si trova nella zona di produzione del Verdicchio; all’interno del museo è presente un vecchio torchio di quercia e pietra datato 1695.
Le manifestazioni da non perdere a Staffolo sono il “Premio Città di Staffolo” che ha l’intento di promuovere il territorio premiando artisti contemporanei che si sono affermati in campo
internazionale nel settore della cultura e la “Festa del Verdicchio” che si svolge la terza settimana di agosto, con musica, balli, convegni e mostre in tema di enogastronomia.
APIRO
Apiro è il “Paese del Folklore”. Da oltre quarant’anni, infatti, nella settimana di ferragosto, il borgo montano ospita il Festival Internazionale del Folkore Terranostra, il meglio delle tradizioni popolari con balli e spettacoli. Già abitato nel periodo dei piceni e dei romani, Apiro venne inglobato al ducato di Spoleto. Particolarmente attivo in paese è l’associazionismo con l’associazione di cicloamatori “la bici”, l’associazione equestre “San Giorgio”, la società apirese di pesca sportiva e l’associazione di promozione culturale e sociale “Le Montagne di San Francesco”. Da menzionare, infine, le attività scientifiche organizzate periodicamente dall’Osservatorio geologico di Coldigioco che con i suoi laboratori e una piccola struttura ricettiva è in grado di ospitare i frequentatori che vi convengono.
SANTA MARIA NUOVA
A Santa Maria Nuova suggestive testimonianze dal passato sono conservate nel sito archeologico in località Pietrolone, dove sono stati ritrovati resti di un’edicola funeraria e di una villa decorata, entrambe molto antiche. Nella centrale piazza del borgo campeggia la Chiesa di Sant’Antonio da Padova. Interessanti anche le mura castellane del XVI secolo che presentano un irregolare tracciato quadrangolare che includeva quattro torrioni (oggi rimasti solo tre) che si innalzano per più di dieci metri. Attorno al ‘700 a Santa Maria Nuova si andò affermando sempre più il lavoro tessile ed in particolare un tipo di tessuti, le cosiddette “mezzelane”, un misto di lana e tessuti più ruvidi, che ottennero nell’Ottocento la concessione di un marchio di qualità da parte del governo pontificio. Tale produzione vide una grande diffusione nel dopoguerra, che terminò dopo la metà del ‘900. Tra gli appuntamenti immancabili di Santa Maria Nuova il “900 Musica Festival” che propone a maggio interessanti appuntamenti a base di musica e cultura, oltre a sagre enogastronomiche e folkloristiche.
POGGIO SAN VICINO
Poggio San Vicino, inizialmente chiamato con il nome di Ficano fino al 1927, si erige sulla suggestiva Valle di San Clemente, alle spalle dal Monte San Vicino, è una meta turistica che può essere apprezzata in ogni stagione. Dell’antica fortificazione di Ficano resta soltanto l’imponente e ben conservata torre medievale situata sul punto più alto di Poggio S. Vicino. La torre, un tempo pedina nel sistema difensivo di San Severino Marche, è oggi area verde attrezzata e punto di partenza per suggestive escursioni naturalistiche da compiere a piedi, a cavallo o in mountain-bike, attraverso i numerosi sentieri del territorio. Tra i sentieri naturalisti più suggestivi, quello che consente di arrivare alla splendida abbazia di Val di Castro, un monastero fondato nel 1006 da San Romualdo. Altri percorsi verdi conducono da Poggio al lago di Cingoli, all’Abbazia di Sant’Urbano ed a Pian dell’Elmo. Tra gli appuntamenti paesani, impossibile non citare “piccolo borgo in festa”, una sorta di piccola fiera espositiva delle bontà locali e festa paesana che si svolge nel primo fine settimana di settembre e la rassegna organistica “Suoni dal passato”.

ASPETTI DEMOGRAFICI e SOCIALI
La popolazione complessiva residente nell’area PIL rappresenta l’1,9% di quella regionale.
Per quanto riguarda l’andamento demografico, occorre premettere che, mentre i Comuni di Filottrano, Santa Maria Nuova e Staffolo gravitano maggiormente sulla valle Esina (cfr. Sistema Locale di Lavoro Osimo e Jesi), per Apiro e Poggio San Vicino è più prossimo Cingoli come centro di riferimento. Il tasso di spopolamento di questi ultimi due Comuni, è superiore rispetto a tutti gli altri e sottolinea dinamiche socio-demografiche diverse.
I Comuni afferenti maggiormente al distretto Jesino hanno assunto un ruolo di “paesi satelliti” rispetto alla città di Jesi, maggiormente attrattiva soprattutto per i nuovi nuclei familiari. Per Apiro e Poggio San Vicino è Cingoli il nucleo attrattore, un paese ad alta vivibilità e con un’economia abbastanza vivace, che negli anni ha acquisito popolazione dai piccoli centri vicini. Il trasferimento di residenti, avvenuto per i paesi maceratesi e non per i Comuni anconetani, è dovuto sia ad una carente infrastruttura viaria, oggettivamente complessa vista la morfologia del territorio, sia ad una minore offerta di opportunità lavorative.
Nel territorio del PIL, in linea con le altre aree rurali della Regione, si registra da un lato l’invecchiamento della popolazione e dall’altro l’avanzare dello spopolamento. I dati statistici confermano, infatti, un’età media nei Comuni del PIL che è ovunque superiore alla media regionale, con tassi di natalità sempre più bassi. Unica eccezione è il Comune di Filottrano dove, grazie alla disponibilità di posti di lavoro forniti dalle imprese del tessile, si è riusciti ad attrarre nel tempo giovani famiglie (età media 44,8 contro una media regionale del 45,6) alzando il tasso di natalità ai primi posti della graduatoria provinciale (il più alto tra i Comuni con più di 5000 persone). Filottrano e Santa Maria Nuova, quest’ultimo ascrivibile in qualche modo nell’indotto del settore tessile, hanno anche tassi demografici positivi dagli anni ’70 ad oggi; proprio dal periodo in cui le prime fabbriche di moda iniziavano la loro ascesa. Gli altri Comuni, invece, dal dopoguerra ad oggi segnano un costante calo della popolazione residente. Ci aspettiamo, inoltre, un ulteriore perdita di popolazione imputabile al sisma del 2016 che ha determinato, soprattutto nei Comuni maceratesi, un significativo spostamento “temporaneo” da parte delle famiglie più giovani verso la costa che potrebbe diventare definitivo. Se ad oggi questo fenomeno non è del tutto visibile e non ancora registrato nella sua interezza, dovremmo attendere il completamento della ricostruzione, al termine della quale in molti potrebbero decidere di lasciare il territorio di origine.
Dall’indagine, svolta in fase di animazione, emerge infine un ulteriore dato: la resistenza al cambiamento, probabile conseguenza dell’invecchiamento della popolazione residente. Essa si
manifesta attraverso la riluttanza verso le nuove modalità di lavoro supportate dalle nuove tecnologie, la sempre minor disponibilità di risorse a supporto delle attività culturali e per i servizi alla popolazione. Crediamo, invece, che le tecnologie digitali e le connessioni telematiche, e quindi le forme di lavoro a distanza che queste permettono, potrebbero rappresentare per questi Comuni una opportunità per trattenere i giovani lavoratori e le qualificate professionalità presenti
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ASPETTI ECONOMICI
L’area del PIL vanta un numero considerevole di imprese attive nel settore agricolo (1.009 imprese) e delle costruzioni (714 imprese), rispettivamente il 3,9% e il 3,6% del totale della regione Marche. Meno rappresentati e meno presenti le imprese dei settori commercio (544 imprese) e altre attività di servizi (98), entrambe appena l’1,4% sul totale regionale. Nel settore manifatturiero il numero delle imprese è di scarsa entità con appena 290 attività, pari al 1,6% del totale delle Marche, mentre per numero di addetti il rapporto è decisamente positivo: 3% e ben al di sopra del rapporto tra popolazioni residenti.
Le imprese dei diversi settori sono distribuite sul territorio del PIL in maniera non uniforme; il 41% produce a Cingoli e il 30% a Filottrano, mentre il restante 29% è diviso negli altri 4 Comuni.
Nel territorio del PIL, il settore manifatturiero è caratterizzato dalla presenza del distretto tessile di Filottrano, con molte aziende che hanno mantenuto livelli di sviluppo elevati nella produzione del pronto moda. Le sartorie presenti a Filottrano, Lardini, Canali, Tamantini, Baleani, Luca Paolorossi, Alter Ego, si sono affermate negli anni sia nei mercati internazionali più autorevoli di New York, Parigi e Londra, che nelle capitali dello stile italiano come Milano e Firenze. Queste, insieme alle imprese dell’indotto che svolgono prevalentemente attività di lavorazione conto terzi, hanno permesso a Filottrano di mantenere negli anni un tasso di natalità molto elevato e un livello di reddito medio alto.
TESSUTO PRODUTTIVO
Al caratteristico tessuto produttivo, composto da micro e piccole imprese, si deve aggiungere una scarsa propensione delle imprese a far rete e ad integrarsi tra loro e la scarsa presenza di start-up innovative.
La buona vocazione imprenditoriale dell’area è data, infine, dalla presenza di 3.297 imprese attive, una ogni 8,7 abitanti rispetto ad una media regionale che può contare una impresa ogni 10,2 abitanti.
Sopra le medie provinciali anche il numero delle imprese artigiane attive che con 1.195 unità corrisponde al 5,4%.
Per quanto riguarda il settore agricolo, nell’area PIL le imprese attive superano le mille unità e rappresentano il 7,6% di quelle comprese nelle due province di Ancona e Macerata; una percentuale di tutto rispetto se paragonato agli abitanti (3,6% della popolazione delle due province).
PRODOTTI TIPICI
Altra peculiarità riconosciuta al territorio di riferimento è rappresentata dalla produzione enogastronomica; su tutte quella vinicola di Staffolo che può vantare un numero rilevante di denominazioni di origine dedicate al vino. Cantine come Cimarelli, Failoni, Fattoria Coroncino, Finocchi, La Staffa, Vignedileo, Zaccagnini, hanno ottenuto recentemente importanti premi a livello mondiale sia nella produzione del Verdicchio che con altri vitigni. L’industria del vino ha permesso a Staffolo di arginare efficacemente lo spopolamento e di garantire redditi medi sempre superiori alla media regionale. Olio extravergine d’oliva, miele, insaccati di maiale, formaggio pecorino e farine biologiche, sono, infine, produzioni di eccellenza diffusi su ciascun Comune e particolarmente presenti ad Apiro e Cingoli.
Le produzioni di tipicità enogastronomiche d’eccellenza si affiancano ad un patrimonio diffuso di elementi di interesse storico-culturale e ambientale, costituendo così punti di forza per il settore turismo.
TURISMO
Secondo l’Osservatorio Regionale del Turismo, nel 2018 le Marche hanno registrato oltre 2 milioni di arrivi e sfiorato i 10 milioni di presenze, con un aumento rispettivamente del 5,6% e dello 0,6% rispetto al 2017. Significativo anche l’incremento degli arrivi di stranieri, aumentati del 12%.
Positivi anche i dati dell’area del c.d. Cratere sismico, dove le strutture ricettive non compromesse hanno potuto registrare una consistente ripresa dei flussi turistici: +19% per gli arrivi e +10% delle presenze. Numeri eccezionali se si pensa che all’indomani del sisma i numeri erano crollati del 50%. Nelle nostre province, il flusso proviene in larga parte da Emilia Romagna e Lombardia per i turisti nazionali, e da Paesi Bassi, Germania, Francia per il flusso di stranieri. Le due regioni italiane, infatti, escludendo le presenze intra-regionali, costituiscono da sole il 42,4% dei turisti nelle province di Ancona e Macerata, mentre le tre nazioni europee da sole coprono quasi un terzo delle presenze complessive di stranieri.
Secondo una recente indagine dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, i turisti stranieri in Italia amano il patrimonio artistico (79%), le bellezze naturali e la cucina (75%), la qualità dei prodotti locali (69%).
Ben il 95% dei turisti stranieri tornando a casa si dice soddisfatto dell’intero percorso esperienziale fatto durante il soggiorno, dopo aver “assaggiato” arte, cibo, moda e musei, veri punti di forza del made in Italy.
È tangibile, inoltre, la crescita del turismo legato alla natura, confermata sia dall’analisi sulla percezione da parte dei residenti sia dalle statistiche disponibili. Si tratta di un particolare segmento a cui afferisce una vasta platea di viaggiatori accomunati dalla volontà di realizzare una esperienza di vacanza che consenta di integrare più aspetti, natura, tradizione, cultura, bellezze paesaggistiche, enogastronomia in un sol tempo e in un territorio relativamente ridotto.
Questo trend di mercato è un dato che si associa alle linee di sviluppo adottate dalla Regione Marche, in particolare con il progetto “Marche Outdoor” volto a valorizzare il turismo verde e slow. Le importanti risorse paesaggistiche e ambientali del nostro PIL acquistano quindi un valore inestimabile alla luce del quadro che emerge dall’analisi di contesto e, come si vedrà, dall’analisi SWOT.
Anche la “Strategia integrata sul Turismo – PST 2017/2022” del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, punta ad attivare un’offerta complementare, integrata e ampliata rispetto alle grandi destinazioni (come le maggiori città) e ai principali prodotti turistici (come il balneare, l’open air, il congressuale, il termale) da cui partire per conoscere l’enorme patrimonio storico, artistico e paesaggistico diffuso nel territorio.
Tale strategia, oltre a promuovere lo sviluppo delle destinazioni minori, come ad esempio le nostre zone montane, contribuirebbe alla valorizzazione e alla conservazione dell’ambiente ed il turismo, dando supporto allo sviluppo di un secondo settore di attività economica dopo il manifatturiero.
RISORSE STORICHE E CULTURALI
Come anticipato, i 6 Comuni del PIL possono contare sulla presenza di un vasto patrimonio di risorse storico-culturali.
Per quanto riguarda l’architettura, solo a Filottrano abbiamo: la chiesa di Santa Maria Assunta che custodisce la tomba dell’esploratore Giacomo Costantino Beltrami, un edificio costruito nel XVIII
secolo su una chiesa precedente del XIV secolo. Al suo interno possono arrivare opere pittoriche di autori italiani e stranieri. Si segnalano gli affreschi del tardo Trecento e del tardo Quattrocento che testimoniano la devozione della comunità di Filottrano nei secoli. Si segnalano la “Natività di Gesù” attribuita a Gerrit van Honthorst (detto Gerardo delle Notti), la “Decollazione di San Giovanni Battista” di Ernest Van Schayck “La Madonna Bella”, sempre attribuita allo pittore ed un dipinto raffigurate “Sant’Omobono”, protettore dei sarti e dei mercanti, eseguito da un pittore anonimo e la pala d’altare, l’Assunzione di Maria in cielo di Étienne Parrocel. Nella chiesa di San Francesco, risalente al XVI secolo, si conservano tele di Filippo Bellini, Pompeo Morganti e Ercole Ramazzani. Dal punto di vista architettonico la balaustra in marmo rosa del Settecento è tra le parti più interessanti dell’edificio, mentre all’esterno si è conservato un portale del Quattrocento con le effigie dei nobili che lo commissionarono. L’origine di questa chiesa è da collegarsi ai conventuali che si stabilirono nel castello di monte Filottrano sin dal XIV secolo. Una bolla di Onorio III del 1218 attesta che la chiesa di San Cristoforo appartenne ai monaci di Santa Croce di Fonte Avellana; l’edificio conserva affreschi quattrocenteschi che sono sopravvissuti ai lavori di ristrutturazione dell’edificio nel ‘500. Il nuovo ciclo decorativo narra la storia di Giuseppe l’ebreo, mentre nell’abside si può vedere la discesa della manna. Altri luoghi di culto presenti sono: la chiesa di San Michele Arcangelo con la facciata seicentesca, la chiesa di Santa Maria degli Angeli con l’esposizione permanente di statuine del presepe del Novecento leccese, la chiesa di Santa Maria di Tornavano con gli affreschi di scuola marchigiana del Quattrocento e la cadente Chiesa di Santa Maria di Storaco. Tra le architetture civili di Filottrano segnaliamo il Palazzo comunale, edificio in stile rinascimentale eretto a partire dal XVI secolo; Palazzo Accorretti che conserva nella sala della rappresentanza un ciclo di affreschi cinquecenteschi con scene di caccia; la scalinata detta la Porticella che arriva fino alla chiesa di Santa Maria degli Angeli; villa Controfinestre, in stile neoclassico e ristrutturata dall’architetto Pietro Ghinelli nel 1827, con il già citato giardino di Verzura, tra i più grandi della regione Marche. Lungo l’elenco dei musei: il museo della civiltà contadina, istituito nel 1995 in alcuni locali del monastero di Santa Chiara con una raccolta privata di oggetti tipici della civiltà agreste marchigiana, arricchita con interessanti manufatti etnografici; il museo Costantino Beltrami, che raccoglie oggetti e carteggi dell’esploratore; il museo del Biroccio che comprende una raccolta di attrezzi di lavoro, carri agricoli marchigiani, gioghi intagliati, fotografie, disegni e oggetti d’arredamento; l’esposizione permanente di Statuine del Natale presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli; il teatro Torquis, opera dell’architetto Cristiano Toraldo di Francia; il museo della battaglia che raccoglie armi, munizionamento, divise, oggettistica e foto; il museo del Biroccio, il tradizionale carro agricolo marchigiano ospitato nelle vecchie stanze di Palazzo Beltrami che erano adibite alla servitù; il museo memorial battaglia di Filottrano, all’interno di Palazzo Accorretti, ricco di interessanti reperti originali e cimeli della Seconda Guerra Mondiale; la biblioteca civica Emidio Bianchi che comprende anche l’archivio storico comunale e, nel 2017, si è aggiunto anche il museo delle macchine per cucire.
A Cingoli è da segnalare come maggior monumento cittadino la Collegiata di Sant’Esuperanzio, eretta in stile gotico a partire dal 1250, che conserva notevoli affreschi di Scuola umbro- marchigiana del XV e XVI secolo. Per il lungo elenco delle architetture civili presenti, ci limitiamo ad elencare: il palazzo comunale con al suo interno anche il museo archeologico statale, eretto nel XII secolo sul luogo di un preesistente edificio romano; la Fontana del Maltempo; il Palazzo Castiglioni, palazzo storico e casa-museo, residenza dei Marchesi Castiglioni ed oggi anche b&b e vineria; Palazzo Cima; Palazzo Conti; Palazzo Puccetti; Palazzo Raffaelli; Palazzo Silvestri. Molti anche gli spazi museali: la pinacoteca comunale intitolata a Donatello Stefanucci, il museo archeologico statale, il museo del Lago, il museo del Sidecar, lo spazio museale nella Chiesa di San Domenico, l’antiquarium di Villa Foligno-Della Rovere in San Vittore.
Per l’architettura civile, Staffolo è ricchissimo di palazzi storici: palazzo Giacobini, palazzo del Governo (ora Tesei), palazzo Onori, palazzo Cerasi, palazzo Onori-Manuzio, palazzo Cotini, palazzo Scaramucci, palazzo Leoni, palazzo dell’ex ospedale, palazzo del Comune, palazzo delle magistrature. Degne di nota tutte le mura cittadine, con il torrione detto dell’Albornoz (sec. XIV) ed altre torri trasformate oggi in abitazioni. Le architetture religiose comprendono: la Chiesa di Sant’Egidio con il pentittico della Madonna e Santi, Maestro di Staffolo, della metà del XV secolo; la chiesa di San Francesco d’Assisi uno dei primissimi insediamenti francescani nella Marca, con annesso convento, che risale ai primi anni ’30 del XIII secolo; la Chiesa di Santa Maria della Castellaretta, del 1572, dedicato alla Madonna delle Vittorie.
Tra i monumenti d’interesse di Apiro spicca la Collegiata di Sant’Urbano, in stile romanico, una Abbazia risalente al 1086 anche se si hanno notizie della sua esistenza già prima del Mille. All’interno lussuosi capitelli scolpiti e affreschi quattrocenteschi. Sulla piazza principale, oltre alla Collegiata, sorge il municipio, già palazzo dei Priori, eretto nel 1246 e al cui interno si conserva il polittico della Madonna col Bambino e Santi eseguito nel 1366 da Allegretto Nuzi. Occorre spostarsi di qualche chilometro dal centro per trovare il luogo più conosciuto del paese, l’Abbazia di Sant’Urbano. Questa antica abbazia, consacrata nel 1086, ma risalente a prima dell’anno Mille, si presenta di stile romanico-gotico ed è divisa in tre navate e tre absidi semi-circolari. All’interno si conservano ancora alcuni affreschi dell’epoca.
La Chiesa di Sant’Antonio da Padova, a Santa Maria Nuova è nota perché al suo interno reca un altare basilicale con ceramiche policrome opera di Vitali da Foligno (primo esempio di altare rivolto verso i fedeli dopo la riforma del Consiglio Vaticano II) e un organo meccanico del ‘700. Con la sua facciata in muratura, con opere significative di Bellini e di Aquilini la Chiesa di San Giuseppe è invece un classico esempio di architettura settecentesca. L’interno, ad aula unica, è arricchito da ricche decorazioni in stucco, altari tardo barocchi, un crocefisso ligneo del ‘700 e quadri tra i quali uno del secolo XVII attribuibile all’Aquilini.
Tra i luoghi di culto, spicca la Chiesa di Santa Maria Assunta, risalente agli ultimi anni del XVIII secolo ma sulla cui area sorge un edificio di culto precedente, le cui vestigia restano all’interno. La facciata è oggi in mattoni con cuspide a quattro pilastri e terminante in un’ampia abside; all’interno vi sono cinque altari tra cui quello centrale marmoreo e ricco di pietre rare. In una nicchia è venerato un Cristo ligneo in croce, pregevole opera fiorentina del XVI secolo, con ottimo lavoro di modellatura. Di buona fattura anche la tela che rappresenta la Vergine Assunta sorretta da una schiera di angeli, con in basso i Santi Pacifico Divini e Caterina da Siena. Notevole inoltre un affresco facente parte della vecchia Chiesa e raffigurante la Vergine in trono. La piccola chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista ospita affreschi di Giovanni Andrea De Magistris e di Bernardino di Mariotto risalenti alla metà del Cinquecento. Spostandosi dal centro troviamo, infine, le Chiese rurali di San Rocco in frazione Palazzo, di Santa Maria delle Nevi in frazione Serronchia e della Madonna del Carmine in frazione Cordivino.
AMBIENTE
Dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, infine, questo tratto di territorio contiene notevoli ambienti le cui caratteristiche appaiono molto interessanti per diversi aspetti, soprattutto in chiave di valorizzazione delle potenzialità turistiche. L’ambiente fluviale del Musone presenta già oggi un numero considerevole di percorsi natura lungo il suo alveo; è meta imprescindibile di scolaresche che approfondiscono qui gli argomenti fondanti dell’educazione ambientale. L’ambiente montano del San Vicino, Riserva naturale regionale dal 2009, paesaggisticamente rilevante per la presenza di una zona pianeggiante di cresta e per le vaste aree boschive che costituiscono nel loro insieme un paesaggio particolarmente dolce ed armonioso. La Riserva Naturale Regionale del Monte San
Vicino e del Monte Canfaito ospita inoltre preziosi valori antropologici e archeologici dati da grotte, anfratti e ripari sotto roccia abitati sin dalla preistoria ed in cui sono stati rinvenuti anche antichissimi strumenti ed utensili in pietra. Qui la vegetazione è formata diffusamente da vaste faggete con esemplari secolari che possono raggiungere fino a 6 metri di circonferenza. Infine, l’ambiente lacuale costituito con l’invaso di Cingoli, un lago artificiale creato da una diga sul fiume Musone negli anni ottanta e che rappresenta il più grande bacino artificiale delle Marche, ricco di fauna acquatica e uccelli migratori. Questi gli ambienti naturali che caratterizzano il territorio del PIL ai quali vanno aggiunte altre peculiarità specifiche presenti in ciascun Comune non solo dal punto di vista naturalistico ma afferenti a tutte le sfere che possono comporre insieme un’offerta turistica di assoluto rilievo.

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