Dino Simonetti, insieme a sua moglie Maria Schiavoni, inizia da un ettaro di vigneto in contrada Castellaretta. Quell’ettaro di vigneto iniziale è ancora in produzione oggi e costituisce la base del nostro Staphylè.
È a cavallo del nuovo millennio, con l’ingresso graduale dei nipoti in azienda, che l’attenzione si sposta sulla produzione di vino in bottiglia. Il già citato Staphylè, infatti, viene imbottigliato nel 1999 per la prima volta segnando il passo per un nuovo corso aziendale volto alla produzione di vino di qualità.
Michele, Mirco e Massimo, i nipoti di Dino, sono ad oggi alla guida dell’azienda seguendo il percorso iniziato dal nonno. Un percorso che ha portato l’azienda alla conversione in biologico, alla riduzione della solforosa nei vini e a pratiche di cantina rispettose della materia prima, del territorio e del consumatore finale. La vendemmia 2024 sarà la prima certificata biologica. Un certificato solo formale in quanto abbiamo sempre svolto un’agricoltura di rispetto, senza erbicidi, né trattamenti sistemici.
La vinificazione avviene separatamente per ogni parcella, dalla spremitura soffice delle uve, dalle quali selezioniamo solo il mosto fiore. Gli affinamenti avvengono in acciaio e cemento, ai fini di preservare le caratteristiche del vitigno e di ogni appezzamento.
Azienda storica del comune di Staffolo, la Vini Simonetti guarda però anche al futuro, con il progetto della costruzione di una sala degustazione che si affaccia sul vecchio vigneto di Staphylè, il perfezionamento della produzione di metodo classico da uve Verdicchio e la produzione di vini dalla grande eleganza e longevità. Tra gli altri prodotti, infatti, ci dedichiamo anche alla produzione di metodo classico in tiratura limitata ed acquistabile solamente in cantina.
Anno di fondazione: 1950
Ettari vitati: 15 totali, di cui 11 a Staffolo in contrada Castellaretta, 2 a Cupramontana in contrada Pietrone e altri 2 a San Paolo di Jesi in contrada Follonica.
Agricoltura: biologica con potatura a guyot singolo.
Vinificazione: spremitura soffice delle uve, decantazione statica dei mosti, lieviti selezionati.
Serbatoi di affinamento: acciaio e cemento.
Territorio e Verdicchio
Staffolo e Verdicchio sono sempre andati di pari passo. Staffolo, e in special modo contrada Castellaretta, dove si trovano la cantina e la maggior parte dei vigneti, restituiscono sempre vini di buona struttura e di grande sapidità. I terreni sono infatti sabbioso-argilloso e, soprattutto, ricchi di carbonato di calcio. I 442 metri s.l.m di Staffolo contribuiscono inoltre alla presenza di buone escursioni termiche nel periodo vendemmiale, le quali donano finezza ed eleganza ai vini. Staffolo è senza ombra di dubbio uno dei cru del Verdicchio, e contrada Castellaretta ne è sicuramente un grand cru.
Il Verdicchio è tra le bacche bianche più prestigiose d’Italia. In gioventù è spigoloso, con acidità e sapidità che incentivano la beva. Raggiunge il suo picco dopo un po’ di tempo in bottiglia dove acquisisce complessità ed eleganza, e dove smussa le sue durezze. Il Verdicchio dà vita a vini freschi e agili, a vini strutturati e importanti, nonché a metodo classico di grande finezza e complessità.